Rubino

IL RUBINO

PER MEGLIO CONOSCERE I RUBINI
CORINDONE NATURALE DI COLORE ROSSO

ETIMOLOGIA DEL RUBINO


Il nome trae origine dal termine latino rubeus, ossia rosso (la denominazione rubino è relativamente recente e risale al XIIImo secolo). Da sempre, il rubino fu tenuto in alta considerazione. Gli indiani lo chiamavano “Regina delle pietre preziose” o ancora “La prima fra le pietre preziose” e pensavano che celasse al suo interno un inestinguibile fuoco. Quest’associamento al fuoco ardente lo ritroviamo in tutto il bacino del mediterraneo.

 

 

ESOTERISMO DEL RUBINO


Evocante il sangue e il fuoco, il rubino è naturalmente associato al coraggio. È un’effige reale che i re portavano sulla propria corona o sul proprio elmo. Protegge i cavalieri dalle ferite e li mantiene in buona salute. Per esteso, il rubino ha il potere di contrastare le emorragie. Associato alla passione, lo si pensa in grado di calmare la collera e di proteggere dalla corruzione. Il rubino è anche il simbolo della vittoria, della carità e dell’amore.

 

 

PROPRIETÀ FISICHE DEL RUBINO


È la più nobile varietà monocristallina dell’ossido di alluminio (Al2O3). La sostituzione di un po’ di alluminio con il cromo lo rende di colore rosso. Se osservati alla luce blu, i rubini birmani e keniani, poveri in ferro, aggiungono alla loro trasparenza intrinseca, una fluorescenza che dà loro un aspetto vivo. Al contrario i rubini di Siam (Tailandia e Cambogia), ricchi in ferro, non fluorescenti, hanno un aspetto più scuro e per questo motivo sono meno apprezzati.

- l rubini birmani affascinano con il loro colore di sangue arterioso, rosso porpora nel senso dell’asse cristallino principale, rosso violaceo nel senso perpendicolare. I più attraenti sono chiamati “Sangue di piccione”.

- l rubini keniani presentano spesso una sfumatura color arancio che li rende meno gradevoli.

- l rubini dello Sri Lanka, da rosso chiaro a rosso lampone, con le inclusioni che assomigliano a quelle dei rubini birmani, presentano una brillantezza molto viva.

- l rubini della Thailandia e della Cambogia spesso più scuri, lasciano intravedere una sfumatura che va dal viola al marrone(a volte molto segnata).

 


 

PROPRIÉTÉS DU RUBIS

 

Comme le saphir, le rubis est une variété de corindon.  il cristallise sous forme rhomboédrique (parallélépipède dont les six faces sont des losanges égaux). Sa couleur est due à la présence d'atomes de chrome et s'il contient trop d'atomes de fer, il tire sur le brun et perd alors beaucoup de sa valeur marchande. La couleur la plus recherchée est la teinte « sang de pigeon » : un rouge franc avec une pointe de bleu.

La substitution d'un peu d'aluminium par du chrome provoque la couleur rouge du rubis. Lorsqu'ils sont sont contemplés à la lumière bleue, les rubis birmans et kenyans, pauvres en fer, ajoutent à leur transparence intrinsèque, une fluorescence qui leur donne un aspect vif. Au contraire, les rubis de Siam (Thaïlande, Cambodge), riches en fer, pratiquement non fluorescents, ont un aspect plus sombre en lumière du jour, aussi sont ils moins appréciés.

- Les rubis birmans fascinent par leur teinte de sang artériel, rouge pourpre dans le sens de l'axe cristallin principal, rouge violacée dans le sens perpendiculaire. Les plus attrayants sont nommés sang de pigeon.

- Les rubis kenyans présentent souvent une sous nuance orangée moins fascinante.

- Les rubis ceylanais, rouge clair à rouge framboise, dont les inclusions ressemblent à celles des rubis birmans, présentent un éclat particulièrement vif.

- Les rubis de Thaïlande et du Cambodge, souvent sombre, laissent percevoir une sous nuance violette à brune, parfois marquée, qui évoque la couleur des spinelles ou des grenats rouges.

TAGLIO DEI RUBINI E RIFRAZIONE
TAGLIO DEL RUBINO


Il rubino è tagliato, preferibilmente, con il tavolo perpendicolare all’asse ottico, per mettere in risalto il suo colore più piacevole. I rubini opachi (radici di rubino madreperlaceo nelle lamelle di separazione) sono utilizzati nella lavorazione di statuette o confezioni per tabacco.

 

RIFRAZIONE DEL RUBINO

 

Gli indici di rifrazione sono sempre vicini a 1,770 e 1,760 con una birifrangenza di 0,009 (monoasse negativo). La densità è di 4, la durezza di 9.


 

GIACIMENTI DI RUBINI


- Myanmar (Ex Birmania) : I rubini della valle di Mogok in alta Birmania erano già sfruttati in antichità. Si presumeva l’esistenza di una misteriosa ed assolutamente inaccessibile “Vallata dei rubini”. Vi si gettavano dei pezzi di carne fresca e gli avvoltoi riportavano i rubini che avevano aderito alla carne. Questa leggenda è attribuita anche al diamante ai racconti di Sinbad il marinaio.

I rubini di Mogok sono concentrati nelle valli o sulle pendenze delle colline. Tutte le varietà di corindone, di quarzo,ecc… si incontrano nella ghiaia gemmifera. I giacimenti forniscono una qualità di rubino che comporta generalmente larghe bande violacee, sfumature biancastre e molteplici fessure. Le buone qualità restano dunque rare. Nel 1992, erano registrati circa 165 giacimenti ufficiali.

- Vietnam : Nel febbraio del 1987, furono scoperti dei rubini a 270 km a Nord-Ovest da Hanoi a seguito delle alluvioni del fiume Rosso, vicino al lago Yen (provincia di Yen Bai). La produzione si è rapidamente sviluppata in Vietnam e in Cina che consegnava rubini trasparenti fino a 15 carati e rubini da traslucidi ad opachi di molti chilogrammi, oppure spinelli che vedono gemellati dal rosso-marrone al blu. Dal 1990, una seconda zona ricca di rubini è stata sfruttata in un contesto geologico simile nella regione di Quy Chau (al sud d’Hanoi).

- Thailandia / Cambogia : Nella frontiera tra Thailandia e Cambogia si trovano importanti campi di alluvioni gemmifere. Pai Lin in Cambogia e Chanthaburi in Thailandia sono diventati i principali produttori di rubini al mondo. Probabilmente il 70% dei rubini attualmente commercializzati proviene dalla Thailandia. Spesso sono di un rosso tetro, ma, talvolta abbiamo anche incontrato pietre eccezionali.

- Sri Lanka : a sud-ovest dell’isola nella regione montagnosa di Ratnapure si trovano filoni alluvionali di rubini e altre pietre preziose.

- India : la provincia di Orissa cela rubini che intorno al 1994 hanno cominciato ad essere estratti.

- Kenya e Tanzania : grossi rubini opachi sono estratti nel Londigo. Utilizzata piuttosto come pietra ornamentale, questa roccia racchiude pezzi di rubini trasparenti. Le “radici del rubino” di questa regione sono attualmente scolpite in un gran numero di Buddha, cavalli…

- Afghanistan : qui talvolta troviamo pietre che una volta sfaccettate, danno alla luce ottime qualità di 5 carati.

- Tadjikistan : i sedimenti di rubini di Gharan situati nella zona di frontiera tra Afghanistan e Tadjikistan. Probabilmente furono di grande importanza in periodi antichi e nei recenti conflitti tra i russi e gli autoctoni.

- Altri : i rubini si trovano anche in Madagascar, nel sud del Malawi, in Namibia, negli Stati Uniti, nell’est australiano, in Nepal ed infine in Pakistan.

 

 

 


 

 

RUBINI FAMOSI
IL SIGILLO PORTATO DA ALESSANDRO IL GRANDE


Oggi scomparso, questo rubino (356-323) funse da sigillo ad Augusto (63aC-14dC), utilizzato dagli imperatori romani fino a Vespasiano e divenne nel Medioevo il famoso rubino dei re di Francia (massa di 15 carati).

 

 

L’ANELLO DELLA SIGNORA DI MONTESPAN


Più vicino a noi, è un anello dell’inizio del XVIIImo secolo, ornato da un rubino scolpito rappresentante la signora di Montespan. Il gioiello è attualmente esposto al British Museum.

 

 

LA CORONA DI WENCESLAS IL SANTO


È il più grande rubino di qualità Gemma ed è incastonato su questa corona, richiesta nel 1346 da Carlo IV di Lussemburgo per decorare il reliquiario che contiene il cranio del re santo Wenceslas. Oltre a questo rubino di 250 carati circa, la corona vanta 19 zaffiri, 26 smeraldi e 20 perle. Conservato nella cattedrale di San Guy a Praga, è innegabilmente il gioiello del medioevo di maggior valore giunto fino a noi.

 


 

RUBINI DI IRAN E INDIA


In Iran, rubini di grandi dimensioni provenienti da Delhi, ornano il grande globo terrestre (da 50 a 75 carati) e il trono di Nader Chah (35 carati). Nelle sue relazioni e nei suoi viaggi nelle Indie, Tavernier ci segnala un rubino di 17.5 carati acquistato nel 1653 dal maharaja di Bijapur. Un altro rubino indiano, pesante grezzo 30.000 carati è stato tagliato in un ovale stellato di 6465 carati. D’aspetto mediocre, oggi si trova all’Eminant Gems di New York.

I rubini di qualità gemma di massa importante sono stati e resteranno sempre rari, anche la loro scoperta rappresenta un evento straordinario.

 

GNAGA BOH (IL SIGNORE DRAGONE)

 

Un magnifico rubino grezzo di 40 carati, ridotto a 20 dal taglio. In passato fu donato al re birmano Tharawadis (1837-1846).

 

ALTRI RUBINI CHE HANNO SEGNATO LA STORIA

 

-Sotto il regni di Mindon Min (1853-1878), un rubino grezzo trovato a Mogkok, fu tagliato in due pietre di 98 e 74 carati; sono chiamate Nga Mauk e Kallahpyan.

- Un altro di 400 carati, detto Maug Lin, fu tagliato in tre pietre; una resto grezza mentre le altre due vennero sfaccettate in pietre di 70 e 45 carati.

- Nel 1875, la vendita in Birmania di due rubini, uno di taglia cuscino pesante 37 carati, l’altro a pero di 47 vecchi carati, mobilitarono una scorta armata.

- Nel 1918 fu trovato un grosso cristallo di rubino di bella qualità, pesante 41 carati e battezzato Rubino Della Pace.

- Un cristallo di rubino birmano di 196.1 carati (il rubino Nixon) fa parte della collezione di minerali a Los Angeles.

- Un notevole rubino di 15.97 carati, appartenente al gemmologo americano Allan Caplan fu venduto all’asta per 3 630 000 dollari (New York); Ciò costituisce, con 227 300 dollari, un record di valutazione per un rubino. Nella stessa asta, Sotherby’s propose il rubino Mandalay, un cuscino di 48.012 carati che non trovò nessun acquirente.